Ritorna nel quartiere storico di Nocera Superiore la tradizionale via Crucis del Venerdì Santo. Il parroco don Andrea “segno di ripresa e ripensamento”
Dopo tre anni di stop ritorna a Nocera Superiore la processione del Venerdì Santo. Un evento, quello celebrato dalla parrocchia di San Giovanni Battista nel quartiere Pucciano, non solo religioso ma che sa anche di “tradizionale popolare”. La peculiarità di tale pietà popolare che vedono ripercorrere le ultime ore della vita di Gesù Cristo, è la partecipazione attiva dei fedeli che scelgono di “vestire” i panni di coloro che vengono richiamati nei passi evangelici, da Ponzio Pilato alle Marie. Infatti nelle settimane precedenti, i figuranti sono impegnati nella preparazione e prove per la celebrazione che si svolge nell’arco di intere ore per le principali strade della città.
Fedeli, turisti, fotografi amatoriali e residenti del territorio vengono annualmente attirati e letteralmente immersi in tale rievocazione. La processione, che partirà dalla chiesa di San Giovanni battista alle ore 17.30, rappresenta un momento di raccolta, partecipazione e condivisione per la comunità di Pucciano e non solo, che viene vissuta con gioia. “Per noi è storia – ha commentato un residente – una storia di devozione e amore che perdura nel tempo e si tramanda di generazione in generazione”.

“Non riveste soltanto un carattere religioso tale evento – ha spiegato il parroco don Andrea Amato – ma anche quello di una memora grata che la comunità fa pensando alle statue dei Gesù Crocifisso e dell’Addolorato donate nel 1920 da Salvatore Trollo e moglie“. Nel 2020 doveva tenersi il centenario di questa tradizione, rimandato a quest’anno causa pandemia, pertanto è attesa con molta trepidazione.
Nell’ottica del cammino del fedele, la processione del Venerdì Santo fa parte e si innesta nell’intero apparato celebrativo pasquale in quanto rappresenta la fonte e il culmine del mistero cristiano. “Riprendere la processione ha concluso don Andrea – dopo tre anni a livello comunitario e popolare è un segno profondo della ripresa, ma soprattutto un segno anche di ripensamento della pietà popolare”.