Un gruppo di giovani attivisti ha dato vita all’associazione “Controcorrente per il Sarno”, obiettivo salvare “la nostra terra da una morte annunciata”
E’ cambiato il nome ma non l’intensità della loro azione. Ma soprattutto la “volontà di invertire la rotta di morte del fiume Sarno, dalla foce alle sorgenti”. Messa in archivio la vecchia denominazione, “La fine della vergogna” per una serie di contrasti interni all’associazione, gli attivisti hanno coniato il nuovo nome “Controcorrente per il Sarno che verrà”. I componenti dell’associazione parlano di “amore e passione che non conoscono ostacoli”. “Il nostro sogno – dicono in coro – è di vedere il fiume Sarno disinquinato e lotteremo per questo. La rabbia e la determinazione che ci muovono ogni giorno resteranno vivi finché il degrado, la malattia e la morte non lasceranno posto alla vita”.
Il loro sembra un vero e proprio inno alla riqualificazione del bacino idrografico che comprende non solo il Sarno ma anche torrenti che ne provocano la morte, soprattutto il Solofrana, oltre al Cavaiola e alla miriade di canali e scarichi che attraversano il territorio. “Oggi il dramma della pandemia globale – si legge nella prima nota della rinata associazione – sembra aver spento i riflettori sul disastro ambientale che viviamo, ma noi abitanti della Valle del Sarno non possiamo permetterci di mettere la testa sotto la sabbia”.
“Per questo continueremo le nostre attività, sui social, nelle scuole, nelle piazze, riempiremo ogni spazio, fisico e non, per riuscire a dar voce al dolore della nostra gente. Dedicheremo tutte le nostre energie alla sensibilizzazione, alla proposta costruttiva e all’incessante vigilanza sull’operato delle istituzioni. Siamo pronti a ricominciare con grande determinazione da ciò che più amiamo fare, agire, per la nostra gente, per la nostra terra. Fino a quando il nostro diritto sarà calpestato la battaglia continuerà. La nostra terra sta morendo ma noi giovani non ci siamo ancora arresi”.