La Corte d’Appello ha confermato la condanna per i genitori della piccola Jolanda uccisa strangolata nel 2019 a Sant’Egidio del Monte Albino
Ergastolo per il padre, 24 anni di carcere per la madre. È arrivata la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Salerno per l’uccisione della piccola Jolanda, la bambina di 8 mesi morta il 22 giugno del 2019 a Sant’Egidio del Monte Albino. A commettere l’orrendo gesto è stato il padre Giuseppe Passariello con la complicità della madre, Immacolata Monti.
La Corte ha confermato la sentenza di primo grado. Anche in secondo grado i giudici hanno ritenuto colpevoli entrambi i genitori, per reati quali omicidio volontario e maltrattamenti in concorso. Ad incastrare i genitori l’indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Nocera, Roberto Lenza. Secondo le indagini della polizia del Commissariato di Nocera Inferiore, la bambina fu uccisa per “asfissia meccanica violenta”. Il gesto fu, molto probabilmente, commesso a mani nude, da parte di uno dei due genitori e non attraverso l’uso di un oggetto, un cuscino, come ipotizzato in fase d’indagine. Per la difesa la morte sarebbe stata causata da problemi polmonari della piccola.
Jolanda morì nelle prime ore del 22 giugno 2019. All’arrivo dei sanitari del 118, chiamato da un’amica della madre che le riferì che la figlia aveva smesso di respirare, sul corpicino della piccola furono notate da più parti ferite e lividi. Secondo i periti, quei segni non erano altro che il risultato di una serie di maltrattamenti commessi sulla piccola in circa quindici giorni.
Pur con un movente rimasto nell’ombra e mai chiarito, in fase di interrogatorio la madre, Immacolata Monti, accusò il marito di aver ridotto la figlia in quel modo, attraverso approcci e metodi troppo rudi per gestire e accudire una bambina così piccola. Ad esempio, sfregandole il viso con la sua barba e usando del ghiaccio, poi, per curarla. La piccola aveva anche bruciature sui piedi, causate – secondo i genitori – in maniera accidentale da un fornelletto.
Il padre, invece, Giuseppe Passariello, non avrebbe mai sopportato l’idea di avere come secondo figlio una femmina, al punto da disinteressarsene del tutto. La coppia ha un figlio più grande. Per l’accusa, Jolanda non fu mai curata adeguatamente, se non con metodi rudimentali che peggiorarono le sue condizioni. La madre, inoltre, non avrebbe avuto la forza di ribellarsi al marito, che le avrebbe impedito con violenza di recarsi da un medico per far visitare la figlia.