Per Antonacchio e Salvato bisogna superare la logica dei tetti di spesa e della sperequazione dei fondi per la riabilitazione
Cgil e Uil sono pronte a dichiarare lo stato generale di crisi della riabilitazione. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’Asl Salerno di indire un tavolo di confronto anche con la partecipazione delle rappresentanze datoriali di settore perché la crisi è palese.
“Ora è giunto il momento del confronto serio e serrato che codesta azienda sicuramente vorrà intraprendere nell’ambito delle possibili soluzioni da intraprendere”, hanno scritto in una nota i segretari Pietro Antonacchio della Cisl Fp e Donato Salvato della Uil Fpl.
Dunque non era un falso allarme quello lanciato nei giorni scorsi che indicava la sospensione delle terapie riabilitative per il raggiungimento dei tetti di spesa.
“Arriva l’autunno – si legge nel comunicato congiunto dei sindacati – e i Centri di riabilitazione accreditati con il Servizio Sanitario puntualmente denunciano l’impossibilità di assicurare la continuità assistenziale alle persone con gravi disabilità in trattamento riabilitativo. Fatto gravissimo perché reiterato e perché ricade su persone estremamente fragili”.
“Tutto questo non è accettabile poiché l’interruzione dei servizi riabilitativi alle persone con disabilità non è imputabile a carenza di risorse economiche ma a deficienze programmatorie nell’allocazione delle risorse, frutto dell’incapacità di valutare e intercettare i bisogni riabilitativi espressi dal territorio”.
“La preoccupazione è forte poiché sia la Regione che tutte le direzioni strategiche precedenti dell’Azienda Sanitaria di Salerno, rifiutando sistematicamente la concertazione con le rappresentanze sindacali, le Associazioni delle persone con disabilità e di categoria si dimostrano cieche e insensibili alle istanze della comunità”.
“Il cambio di passo che codesta azienda ha promosso, a dimostrazione che sia un problema di governo clinico e non di risorse, lo dimostra che, forse unica ASL in tutta la Regione Campania, l’ente ha stanziato oltre 4 milioni di euro per progetti a favore di minori con disordine dello spettro dell’autismo. Ma purtroppo bisogna andare avanti, poiché tale atto da solo non basta”.
“Infatti sebbene iniziativa lodevole e meritoria potrebbe rappresentarsi palesemente iniqua se poi si nega a migliaia di minori, adulti e anziani con disabilità l’accesso o la continuità dei trattamenti riabilitativi. Pensare di continuare in un approccio autoreferenziale (sanità, sociale, scuola e lavoro che continuano a camminare ognuno per proprio conto), burocratico (le carte devono stare a posto!!!) ed emotivo (attenzione a chi protesta con più vigore) è perdente e allontana sempre di più l’Azienda dai cittadini”.
“A nostro avviso la ricerca del benessere e della migliore qualità di vita possibile anche per le persone con disabilità deve vedere tutti i portatori di interesse uniti in un confronto che quanto meno assicuri certezza e continuità delle cura ai malati come alle persone con disabilità. Finora questo non è stato possibile”.
“I problemi economici e tecnici, impossibilità di osmosi economica e verifica della congruenza dei tetti di spesa al fabbisogno assistenziale, sono elementi che se opportunamente affrontati potrebbero nel concreto essere risolti ovvero ridimensionati rispetto allo stato determinatosi da poche attente direzioni strategiche dell’ente sanitario salernitano. Ora è giunto il momento del confronto serio e serrato che codesta azienda sicuramente vorrà intraprendere nell’ambito delle possibili soluzioni da intraprendere”, concludono le organizzazioni sindacali.