Sono tanti i nocerini che vivono nelle zone della Romagna devastate dall’alluvione. Come Chiara e Riccardo. Ieri mattina sono stati evacuati
di Nello Ferrigno
“Lascio il cellulare spento perché non abbiamo energia elettrica per ricaricarlo. Lo accendo solo per telefonate urgenti”. È il messaggio che Chiara Maraziti ha inviato via social ad amici e parenti che chiedevano come stava. Chiara fino a tre anni fa viveva a Nocera Inferiore. Ora vive a Ravenna, in Romagna, dopo aver sposato Riccardo Zarra, anche lui di Nocera, è agente della polizia locale di Russi, città a pochi chilometri dal capoluogo romagnolo. Hanno un bambino di un anno. Con loro c’è anche nonna Aurora Peluso che, nei giorni precedenti al disastro, aveva raggiunto la figlia per festeggiare il compleanno.
La loro casa è stata risparmiata dall’acqua e dal fango perché è al primo piano di una palazzina in una zona residenziale, Fornace Zarattini, poco fuori Ravenna. “Siamo rimasti isolati per due giorni e senza corrente ma stiamo bene” racconta. Ieri mattina Chiara, Riccardo, il bambino e Aurora, insieme ad altre famiglie, sono state evacuate dai vigili del fuoco.
“Purtroppo – ci dice Chiara – la situazione è drammatica e non migliorerà a breve. Per ora ci ospita una mia cara amica. Speriamo bene per tutti”. Intanto mamma, figlioletto e nonna si preparano a rientrare a Nocera, difficile vivere in queste condizioni con un bambino piccolo. Riccardo deve restare a Russi per ovvi motivi di lavoro. In questo momento le forze dell’ordine, gli uomini della protezione civile e i volontari sono fondamentali per sostenere le persone coinvolte dall’alluvione.
In casa Zarra c’è anche un vivace cane razza cocker. Giovedì Riccardo ha dovuto lanciare un appello nel gruppo di Facebook “Quelli di Fornace Zarattini” per poter trasportare il cane dal veterinario: “Devo portarlo via, deve andare alla clinica veterinaria di Russi. Ha bisogno di cure urgenti. Qualcuno conosce chi potrebbe prelevarlo e condurlo in un punto non allagato per poi farlo recuperare dal veterinario?”. È immediatamente iniziato il tam tam sui social con indicazioni e suggerimenti. Si è scoperto che un gruppo di persone avevano organizzato con dei gommoni il salvataggio di animali rimasti intrappolati dall’acqua. Dopo alcune ore Riccardo scrive “risolto, grazie a tutti”.
Sul profilo Facebook di Chiara si moltiplicano foto e video del disastro che non è percepibile realmente dagli scatti pubblicati. “Se non sei qui – racconta – non ti rendi conto del dramma che stiamo vivendo”. La città è praticamente sommersa. Dalle immagini dall’alto, fatte con i droni, sembra una laguna con l’acqua che non si ritira e rende tutto ancora più complicato. L’obiettivo si sofferma sulle case, i capannoni e i terreni di Fornace Zarattini. La devastazione è impressionante.
Andrea Montanari è un informatico. Anche lui vive a Ravenna. Lavora per la Brain Computing, un’azienda di software che da Pagani si è sviluppata in diverse zone d’Italia e d’Europa. Andrea, diverse volte al giorno, fa alzare in volo il suo drone dotato di telecamera e riprende il desolante panorama. Poi pubblica i video nel gruppo social Quelli di Fornace Zarattini.
“Cerco – spiega – di fare foto più panoramiche possibile in modo che gli evacuati possano intravedere le loro case”. Anche questo può servire ad aiutare le persone che stanno vivendo il dramma dell’alluvione in Romagna. “Voglio ringraziarti tantissimo delle riprese che hai fatto – gli ha scritto Roberto Monti – penso di poter parlare per tanti altri abitanti di Fornace, dicendoti che le tue immagini hanno, in qualche modo, dato conforto e supporto in queste ore dove le informazioni scarseggiano e anche il solo vedere la propria casa era pur sempre qualcosa. Grazie davvero”.