Alla scoperta dell’azienda agricola Bellaria tra rossi “storici” e bianchi “intriganti”, per vivere con il vino “un viaggio nell’anima”
di Nello Ferrigno
“Un vino da raccontare. E ovviamente da bere”. Così Domenico Fortino ha commentato il Coda Rara della cantina Bellaria. Insieme a Lorenzo Oliva, anime della pizzeria Wip di Nocera Inferiore e grazie all’invito dei fratelli Perrella, hanno visitato l’azienda di Roccabascerana in provincia di Avellino. Fortino e Oliva, che amano scoprire prodotti di eccellenza da proporre ai propri clienti, sono rimasti positivamente colpiti dall’azienda agricola Bellaria, “che produce eccellenze vinicole irpine”.
Il Coda Rara, il nome non è un caso, è un rosso prodotto da piante secolari di uve antichissime risalenti al 78 d. c. e nominate da Plinio il vecchio nella “Naturalis historia”, tra cui la Coda di volpe rossa in quantità maggiore e altre antiche tradizionali varietà.
Da non trascurare il Taurasi D.O.C.G. un rosso, di grande struttura, ottenuto dalla vinificazione di uve 100% Aglianico provenienti dai vigneti di Paternopoli e Montemiletto, nel cuore dell’Irpinia. Infine la chicca, il Taurasi Riserva. Per garantire la qualità di questo vino il trasporto in cantina è avvenuto immediatamente alla raccolta e in piccole cassette. L’altro rosso di casa Bellaria è l’Irpinia Aglianico ottenuto dalla vinificazione di uve 100% Aglianico. Anche per questo rosso preziosi sono i vigneti dell’azienda di Paternopoli e Montemiletto. In produzione, infine, un Irpinia Campi Taurasini D.O.C.
Non mancano, ovviamente, i bianchi. Come lo straordinario Greco di Tufo D.O.G.C. Oltre. Le uve arrivano dai vigneti di Prata Principato Ultra e Montefusco. È vinificato mediante un’attenta vendemmia effettuata in diversi periodi. È un bianco adatto anche all’invecchiamento. C’è poi il Fiano prodotto con uve provenienti di Candida, paese irpino a 400 metri sul livello del mare. Altro bianco di casa Bellaria è la Falanghina, vino tipico campano prodotto con uve di Falanghina provenienti dal vigneto di Roccabascerana.
Da segnalare anche il passito Senso, ottenuto dall’appassimento su pianta di Falanghina, la vendemmia viene fatta nella prima decade di dicembre, le uve vengono riposte in piccole cassette, fermentazione e affinamento di 12 mesi in barrique di acacia e rovere francese.
L’azienda agricola Bellaria è una perfetta miscellanea di tradizione e innovazione. “Usiamo un giusto connubio – spiega Antonio Pepe, amministratore dell’azienda – per una visione che ci guida in ogni nostro progetto, pensato, realizzato e perseguito secondo gli equilibri del luogo che lo ospita. Raccontiamo il nostro speciale, indissolubile legame con il territorio. L’emozione più bella che possa procurare il vino sta nel ritrovare nel calice tutta la magia del paesaggio di origine, dei dettagli, delle sfumature della sua produzione”. E la qualità del prodotto finale lo conferma. Non a caso sul sito Internet di Bellaria si legge una frase di grande suggestione “dalla semina al cielo: il percorso di produzione dei nostri vini è un viaggio nell’anima e nelle emozioni”.