Scuole chiuse e un nuovo lockdown, Perle di dolcezza propone di insegnare ai propri figli a fare un dolce, anche così si può imparare
Questa settimana l’appuntamento con il dolce di Perle di dolcezza cade il giorno dopo l’ANNUNCIO. Ieri infatti il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato di aver chiesto al premier Giuseppe Conte un nuovo lockdown. In queste ore siamo tutti in attesa della risposta.
Devo confessare di non aver mai avuto, anche in piena pandemia, un momento di scoraggiamento, se non una grande tristezza alla vista delle bare delle vittime del Covid19 sui camion militari o all’ascolto di quel silenzio tombale che in piena emergenza caratterizzava le nostre città. Ho sperato per mesi che quelle immagini e quella calma assordante non tornassero più. Poi ieri l’ANNUNCIO, il fantasma della chiusura che tornava ad alleggiare silente. Ho avuto allora il mio attimo di cedimento. Sì lo confesso. Per la prima volta mi è mancata l’aria. Ma poi il ritorno alla lucidità. E la ripresa di una normalità che da tempo non è più quella a cui siamo abituati.
Dopo l’ANNUNCIO di De Luca è chiaro che vedo sempre più lontano il ritorno a scuola. Il governatore ha detto che la scuola non si è mai fermata perché la didattica digitale integrata è comunque un modo di fare scuola, ma “Presidente – me lo lasci dire – è un palliativo, è un esserci comunque, ma non è la stessa cosa”. A noi insegnanti manca il rapporto umano, lo sguardo dei nostri alunni, le parole non dette che ci fanno capire quando hanno bisogno di noi. Però capisco che siamo in emergenza e pur di non far mancare ai nostri ragazzi il nostro sostegno didattico e affettivo ben venga anche la DDI, alla quale aggiungerei la DDV (didattica della vicinanza), pur di non creare un vuoto culturale e umano nei bambini e negli adolescenti.
Ed è per questo che oggi voglio dedicare la “puntata” settimanale di Perle di dolcezza ai genitori e agli alunni che, in questo momento, si sentono spaesati. Condividere con loro non solo la ricetta del sabato, ma anche il modo con cui rendere la preparazione di un dolce un’attività per lo sviluppo intellettivo e personale dei nostri figli.
In questi mesi personalmente ho utilizzato il fare dolci per far acquisire a mia figlia alcune competenze, l’autonomia, la fiducia in sé. La preparazione settimanale di dolci e biscotti è stato un momento per insegnarle ad esporre un argomento, per leggere in modo corretto, per calcolare la “metà”. Chi segue la rubrica ricorderà che qualche settimana fa le ho fatto leggere gli ingredienti della prima video ricetta di Perle di dolcezza, proprio per spronarla a leggere con espressione e farle vincere quella timidezza tipica della sua età. In altre occasioni le chiedo di dividermi le quantità, di calcolarmi la metà di un ingrediente o di dirmi in inglese il numero di uova che servono. Un modo per imparare giocando. Il sistema più antico del mondo – non l’ho certo scoperto io – per far sì che un bambino apprenda, senza neanche accorgersene, saperi scolastici e li applichi nella realtà, le famose competenze.
Allora invito i genitori ad inventare situazioni educative nella quotidianità. Fate finta di non riuscire a leggere e fatevi leggere da loro una ricetta. Fingete di non saper calcolare la metà o di non saper addizionare più quantità; chiedetegli di aiutarvi a fare la lista della spesa, di pesarvi degli ingredienti. Servirà loro per acquisire delle competenze in maniera ludica. Ai miei alunni, specialmente di prima, chiedo di mettersi alla prova. Non fate solo video di balletti o di situazioni divertenti. Riprendetevi mentre illustrate o realizzate una ricetta, rispettando le regole del testo regolativo che abbiamo imparato insieme. Così la teoria diventerà pratica. Mi raccomando attendo i video.
Oggi pubblichiamo proprio la ricetta di una mamma che coinvolge i propri figli in quello che una volta era il suo lavoro. Anna, infatti, l’amica che ci ha spedito ingredienti e procedimento del dolce del sabato è una pasticciera professionista. “Ho impiegato questo pomeriggio a fare l’unico dolce che Antonio gradisce. Faccio dolci di ogni tipo, ma Antonio me li snobba tutti. È uno dei pochi bambini al mondo che non ama il cioccolato… Il suo gusto di gelato preferito è il limone. Lui ama torte semplici. Ma quella che preferisce in assoluto è la chiffon cake. Una torta super alta e soffice, in più senza lattosio”.
Questa è la premessa di Anna alla sua ricetta. La nostra amica ha trasformato la sua passione in lavoro come lei stessa racconta. “E’ stata la vita con i suoi imprevisti a rendere la passione un lavoro. Ho un cognome (Di Dato n.d.r.) che la pasticceria ce l’ha nel DNA. Di Dato ad Angri è cugino di mio padre, mentre a Nocera per anni mio zio ha avuto una pasticceria. In più mio marito è uno chef che ama la pasticceria. Quindi avevo una strada già segnata”. Per qualche tempo in molti abbiamo potuto apprezzare le dolci bontà di Anna. Aveva infatti una gelateria/pasticceria in via Castaldi. Poi la crisi economica ha reso insostenibili i costi di gestione e ha dovuto chiudere. Ma la sua generosità, soprattutto con noi mamme degli amichetti di scuola di suo figlio, non ci ha mai privato delle sue preparazioni dolci e salate. Anna non si è mai tirata indietro quando i nostri piccoli le chiedevano le sue squisite pizzette o le sue deliziose torte.
E neanche qualche settimana fa quando le ho chiesto di condividere con noi una sua ricetta ha risposto no. Anzi mi ha subito inviato la ricetta che oggi pubblico. La chiffon cake per l’appunto.
Ingredienti: 6 uova, 300 g di farina, 300 g di zucchero, 8 g di cremor tartaro, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di sale, 125 ml di olio di semi, 160 ml di acqua, 2 limoni più la buccia.
Procedimento: Montare i tuorli con 200 g di zucchero, aggiungere poi riducendo la velocità olio, acqua, sale, succo e buccia dei limoni. Nel frattempo montare a neve i tuorli. Appena cominciano a schiumare aggiungere i restanti 100 g di zucchero e il cremor tartaro. Montare ben fermi. Setacciare lievito e farina e aggiungerli al composto dei tuorli. Incorporare successivamente gli albumi montati mescolando dall’alto verso il basso. Cuocere in uno stampo per chiffon cake (si trova anche al supermercato) per 55 minuti a 180 gradi. All’uscita dal forno capovolgere la torta e farla raffreddare. Si può usare anche una teglia normale, basta che sia alta.