Polemiche tra Cuofano e Legambiente per i vincoli da cancellare lungo il Cavaiola. “Liberiamo la città”. Alfano: “Così si crea un nuovo sacco edilizio”
“Dobbiamo liberare la città da vincoli che risultano irragionevoli ed anacronistici. Sono il vero dramma che attualmente vive un cittadino che vuole ristrutturare la sua casa o un imprenditore che ha intenzione di riqualificare la sua azienda. Nello stesso tempo diamo un impulso all’edilizia facendo muovere l’economia”.
Non ha dubbi il sindaco di Nocera Superiore, il torrente Cavaiola non deve più rappresentare con i suoi vincoli paesaggistici un peso allo sviluppo della città. La sua idea è stata approvata in consiglio comunale ottenendo anche il parere favorevole delle opposizioni. “L’approvazione del piano urbanistico – ha sottolineato Giovanni Maria Cuofano – ha rappresentato la possibilità di investire di più sul nostro territorio. Ora bisogna andare oltre e liberare la citta. L’altro tassello è eliminare il vincolo sul torrente. Meno vincoli più investimenti”.
La posizione di Legambiente
Cuofano risponde anche a Legambiente che aveva preso posizione sulla scelta dell’amministrazione comunale. L’architetto Mario Alfano, attivista dell’associazione ambientalista, ha annunciato battaglia. Allo studio una serie di iniziative con l’invito alle altre associazioni del territorio e ai cittadini sensibili a queste tematiche ad organizzare incontri per discutere della vicenda. “Quelle del sindaco – ha detto Alfano – mi sembrano dichiarazioni degli anni ’60. In un periodo di continui dissesti idrogeologici, che hanno messo in risalto la pessima condizione del nostro territorio causato dal tanto decantato sviluppo degli anni passati, si propone di eliminare i vincoli per continuare a distruggerlo con nuove costruzioni”.
La replica di Cuofano
“Altro che scempio – è la replica del sindaco – noi vogliamo tutelare il territorio e lo facciamo con trasparenza. Invito l’architetto Alfano a leggere bene i documenti. Noi con il Piano regolatore abbiamo dettato le regole, sappiamo quello che si può fare e quello che non si può fare. Dov’erano queste persone negli ultimi 30 anni quando per davvero hanno messo le mani sulla città? Dov’era la vigilanza di questi vincoli? Dov’era la tutela del territorio. Voglio invitare Legambiente a non comportarsi come un tribunale inquisitore perché così non si fa cittadinanza attiva ma soltanto cittadinanza sterile”.