L’ex sindaco Aldo Di Vito parla di pubblicità “troppa”, social “spengono la mente” e la promozione “gratuita” dei suoi libri
di Aldo Di Vito
Io son rimasto tra i pochi frequentatori degli schermi televisivi, e accanito spregiatore dei social, in quanto dispensatori di idiozia e narcotizzatori di massa, più nocivi della droga in quanto fattori di ottundimento delle facoltà mentali. Ma su quegli schermi sono costretto a sorbirmi la pubblicità, divenuta ormai intollerabile ed oppressiva perché quantitativamente esorbitante; volgare e becera perché, se anche stesse parlando Nostro Signore, della povertà e della fame, della riforma della giustizia, delle stragi di guerre, di cataclismi o di migranti, della prossima terza guerra mondiale, lo interrompe al momento che scatta l’ineludibile “tassativo”, per mandare in onda reggiseni, mutandine, profumi e lussuose automobili; inutile e controproducente perché sempre uguale e ripetitiva, sicchè suscita rigetto e insofferenza anzicchè attrattività.
Com’era bello invece quel “Carosello” anni ’50 che ogni volta mandava un episodio diverso del tenente Sheridan e della brillantina Linetti; dannosa, perché con quei soldi che gli costa le aziende potrebbero abbassare i prezzi e migliorare la qualità dei prodotti, con beneficio dei consumatori, raffreddamento dell’inflazione e ripristino di sana concorrenza, piuttosto che suscitare bisogni indotti. Che fanno le Autorità della concorrenza e della comunicazione? Il loro “cervello dio lo riposi, a queste cose è morto e sotterrato”.
Rebus sic stantibus, mi faccio anch’io la mia piccola pubblicità, tanto più che Nello Ferrigno non mi fa pagare, ai miei libri “Il sindaco di Nofi” e “Sentimenti”, acquistabili su Ibs e Protos Edizioni. Arrivederci e grazie!