Il cronista de Il Mattino fu ucciso il 23 settembre 1985. Le iniziative per ricordarlo
“Avrebbe qualche filo d’argento sulle tempie. Avrebbe lo stesso sorriso cancellato dalla raffica di camorra. A mezzogiorno non cercherebbe una allegra trattoria da dividere con i colleghi, perché intanto avrebbe messo su famiglia. Magari discuterebbe dell’affanno dei sindacati, a lui tanto cari. Oggi Giancarlo Siani avrebbe compiuto sessant’anni, l’età dei primi bilanci. Che cosa penserebbe di questa città tormentata, di questo mondo tanto sbandato e incarognito?”.
Così Pietro Gargano, giornalista de Il Mattino, ha iniziato l’articolo pubblicato oggi sul quotidiano sul quale scriveva Siani.
Il giovane cronista fu ucciso la sera del 23 settembre 1985. Con i suoi articoli aveva toccato equilibri noti ma mai denunciati, raccontò gli orrori della malavita, riportò il sanguinoso strapotere della criminalità collusa con la politica e la pubblica amministrazione, intuì la minaccia per i ragazzini assoldati per spacciare la droga, i muschilli, capì l’evoluzione della camorra che si alleava con la mafia di Totò Riina, il tradimento di Nuvoletta ai danni di Gionta.
Ci sono voluti 15 anni per avere giustizia, almeno quella dei tribunali, con l’ergastolo definitivo a mandanti materiali ed esecutori del delitto. Il 15 aprile del 1997 la seconda sezione della corte d’assise di Napoli condannò all’ergastolo i mandanti dell’omicidio (i fratelli Lorenzo e Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante) e i suoi esecutori materiali (Ciro Cappucci e Armando Del Core).
Domani venerdì 20 settembre, alle ore 10, 30, presso la sala “Francesco De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia a Napoli saranno illustrate le iniziative dedicate al 34° anniversario dell’omicidio di Giancarlo Siani. Alla conferenza stampa ci sarà anche Armando D’Alterio, il magistrato che riaprì le indagini sull’omicidio del cronista de “Il Mattino” istruendo il processo concluso con la condanna definitiva di killer e mandanti.