“In Campania l’acqua c’è, altro che siccità”. Per Michele Buscè le criticità sono il cattivo utilizzo e i consumi eccessivi
di Pierfrancesco Maresca
Quella della siccità sembra essere divenuta una piaga. E le istituzioni locali questa volta, anche in Campania, hanno deciso di non farsi trovare impreparate. Infatti la giunta regionale, lo scorso marzo, ha approvato le gare finalizzate alla realizzazione degli invasi collinari a Gioi Cilento, Sessa Aurunca e Taurasi.
A essi vanno ad aggiungersi altri 27 invasi minori, la diga di Campolattaro nel Sannio, la riqualificazione di quella nell’Alento ed una terza tra Montella e Bagnoli. Gli strumenti per limitare le conseguenze, ed i danni in settori come l’agricoltura, sono stati, quindi, messi in campo.
La siccità, tuttavia, non è uniforme, al contrario. L’Osservatorio Anbi risorse idriche ha diffuso un primo report dove emerge una mappa che mostra un Nord flagellato da tale piaga e un Sud in controtendenza. In particolare “calano i livelli dei fiumi in Campania, pur mantenendosi superiori allo scorso anno” mentre Puglia e Basilicata registrano addirittura un “surplus” di scorte idriche, in alcuni casi costretti a sversare in mare per non “pressare” le dighe oltre la capienza massima.
Ciò è frutto di vari fattori. A far il punto su questa situazione è Michele Buscè, giornalista d’inchiesta in reati ambientali, guida naturalistica, divulgatore scientifico responsabile nazionale del Cnsbii, il Corpo civico nazionale delle sentinelle dei bacini idrografici italiani, secondo il quale si pone l’accento eccessivamente sui cambiamenti climatici piuttosto che sugli sprechi.
L’intervista
Quali sono le cause e le conseguenze della siccità?
<<Spesso – ci dice Buscè – si utilizza questo termine in modo improprio perché basta che non piova per un determinato periodo per associare a questo tempo di mancate precipitazioni il termine siccità. Ma a questo fenomeno dobbiamo aggiungere altri fattori che definisco “induzione alla siccità”. Ci si sofferma troppo sulla CO2, questo gas secondo alcuni “famelico” presente sulla terra per lo 0,04% e che avrebbe cambiato il clima, senza valutare che questo gas è la fonte di vita per tutti gli esseri viventi>>.
Ci parli dell’induzione alla siccità
<<Ci sono aree del mondo che, per via dell’orografia che blocca le perturbazioni, una parte è florida di vegetazione mentre le altre aride e siccitose. Questo è quello che è accaduto al Nord Italia. Ai fattori puramente meteorologici bisogna aggiungere l’induzione da parte dell’uomo. Nei secoli passati con la nascita delle coltivazioni, sono state cambiate le destinazioni naturali dei territori a quelle d’uso per scopi di sostentamento della vita e produttivi. La Pianura Padana, così come la Valle del Sarno, un tempo erano aree forestali, ricche di alberi con corsi d’acqua e sorgenti. A ciò si aggiunge l’aumento di consumo che può essere generato dalla stagione estiva, da un periodo di siccità, dall’aumento dell’industrializzazione che necessità di acqua e la sorgente captata non rilascia più acqua e quindi i torrenti vanno in secca, uccidendo l’ecosistema fluviale>>.
Qual è la situazione nel Salernitano ed in particolare nell’Agro?
<<Il Salernitano ha un territorio esteso che ha al suo interno delle aree montuose importanti, basti pensare al Parco Nazionale del Cilento, i Monti Picentini, i Monti Alburni e altri ricchi di acqua per via delle rocce carbonatiche e della loro struttura che permette la permeabilità dell’acqua nei bacini idrologici. Nei fatti, in Campania non esiste siccità, non ci sono le condizioni per fare sì che questo avvenga, ma se abbiamo la sensazione della presenza di un periodo di siccità può essere dovuto principalmente alla captazione delle acque dalle sorgenti. L’acqua manca in estate, le città restano senza acqua perché questa importante risorsa viene captata in mono indiscriminato dall’uomo e non c’è un adeguato uso della risorsa>>.
Quali potrebbero essere i rimedi e le soluzioni?
<<Non c’è una emergenza ambientale ma c’è un’emergenza ecologica antropica. È l’uomo che quando non riesce ad avere l’acqua a tutte le ore del giorno dà la colpa al riscaldamento globale senza pensare che egli stesso è il motivo della mancanza. Gli acquiferi sottostanti ai nostri piedi, in Campania, sono ricchi di acqua. Quello che noi dobbiamo fare è un utilizzo responsabile dell’acqua, capire che la siccità è una conseguenza a normali fattori e non addossare la colpa ad altro. L’uso cosciente e ben controllato e il recupero e riutilizzo delle acque sono l’unica soluzione>>.