“O cunto d’a jatta” proposto da Artenauta vuole omaggiare uno dei racconti più amati dalla tradizione partenopea
Il teatro Diana di Nocera Inferiore è pronto a ospitare il penultimo spettacolo della rassegna “L’Essere e l’Umano” firmata Artenauta. Venerdì sera, alle ore 20.45, su il sipario per “O cunto d’a jatta”. Ispirata alla Gatta Cenerentola all’opera teatrale in tre atti scritta nel 1976 da Roberta De Simone, Antonello Ronga la riscrive tenendo conto della famosa fiaba di Giambattista Basile, inserita ne Lo cunto de li cunti. Alla base c’è il lavoro di ricerca operato dall’autore e dal suo gruppo, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, nelle tradizioni orali e musicali del sud Italia. La grande protagonista è la città di Napoli, città figliastra, vittima del potere di una matrigna perversa e di occupanti stranieri.
“Un lungo lavoro – ha raccontato il regista Ronga – che ci ha dato la possibilità di riprendere il contatto con il palco, dopo lo stop dovuto alla pandemia. Abbiamo lavorato con grande entusiasmo e impegno, per rendere il ritorno alle scene più scintillante possibile, con l’amore che contraddistingue questo gruppo, soprattutto il suo capitano che è Simona Tortora. Lo sforzo è stato notevole, ci aspettiamo che il pubblico accolga questo amore profuso per la messa in scena”.
“Con il suo ‘Lo cunto de li cunti’ – ha spiegato Ronga – Basile dà voce alla vita e alle tradizioni della gente comune di Napoli, per lo scrittore unica depositaria di una preziosa saggezza. L’utilizzo del dialetto è caratterizzato da vere invenzioni lessicali: piega le parole al suo volere, ne storpia il suono per regalare significati inediti ai suoni. Così le parole diventano vere evocando scene di vita crude e colorate, reali in una parola. Dei suoi cinquanta “cunti” forse il più radicato al nostro territorio resta ’O cunto d’a gatta”.
“Questa messa in scena intende – ha concluso il regista – omaggiare quell’universo meraviglioso che è la donna. Le suggestioni e i quadri si susseguono tra amara risata ed una lacrima di gioia, per culminare in un lieto fine in cui la Donna sarà vittoriosa, la nostra terra e i suoi misteri avranno la meglio sulla modernità e sul nuovo che avanza”.