A chiudere la rassegna teatrale saranno gli attori della compagnia Artenauta con un progetto multigenerazionale
Ultimo spettacolo della rassegna “L’Essere e l’Umano” firmata Artenauta. Venerdì sera alle ore 20.45 al Teatro Diana di Nocera Inferiore su il sipario per “Tu 2.0”. La performance è scritta e diretta da Simona Tortora, con l’aiuto regia di Luigi Fortino, l’aiuto drammaturgia di Maria Luisa Rescigno e il disegno luci di Peppe Petti.
Se Stanley Kubrick con 2001 Odissea nello spazio aveva raccontato origine e contraddizioni della storia umana a partire dalla comparsa del Monolite, in TU 2.0 il codice della comunicazione umana si sviluppa a partire dal pronome in seconda persona singolare, TU, che abbatte le barriere e trasforma le scimmie in umani. Sembra una grande scoperta, ma l’evoluzione di questa strana specie animale sfocerà presto in ben altri oceani della incomunicabilità. Ed è così che una variegata ed esplosiva carrellata di personaggi/maschere irrompe sulla scena di un talk show fuori dalla storia e senza tempo, a rappresentare il circo quotidiano così lontano e così vicino dall’era di quelle scimmie, prima del TU. Uno spettacolo esilarante, grottesco, capace di risate e pensiero, leggerezza e riflessione sui tempi feroci che stiamo affrontando.
“È stato l’anno della ripresa dopo la pandemia e subito abbiamo trovato entusiasmo, voglia di vivere e i numeri ci hanno dato ragione – ha spiegato Simona Tortora, fondatrice e direttrice artistica di Artenauta Teatro –. Oltre a tornare in scena con importanti compagnie nazionali del teatro alternativo, abbiamo riattivato il senso di abitare il teatro e intendo sia gli spettatori, sia i partecipanti ai nostri laboratori. In fondo la rassegna L’Essere&L’Umano ha avuto questo come filo rosso, la decisione di riprendere in mano la propria vita. Artenauta ha costruito negli anni, pezzo dopo pezzo, una comunità diventata progetto multigenerazionale, dove agli spettacoli vengono giovani e adulti, uno scambio alla pari dove ognuno apporta il proprio contributo verso un teatro olistico, fatto di riflessione, leggerezza e armonia di colori umani”.