In centinaia all’alba di questa mattina per la Materdomini. E’ una tradizione che mai tramonterà, tanti i giovani messisi in cammino
di Christian Geniale
Non sono bastate le particole benedette e consacrate durante la Santa Messa celebrata all’alba di questa mattina dal vescovo della diocesi Nocera Sarno, Giuseppe Giudice, per l’ultimo giorno della novena alla Materdomini. “Le comunioni non sono bastate” ha commentato con una genuina incredulità frà Andrea Mazzocchi, padre guardiano della basilica di Materdomini a Nocera Superiore.
I parroci della forania Nocera Superiore Roccapiemonte che hanno concelebrato insieme al vescovo e ai frati francescani, custodi della basilica, hanno dovuto ricorrere ad altre ostie da benedire per distribuire alla moltitudine di fedeli l’eucarestia. Tanti i giovani e le famiglie che si sono messe in cammino, nella notte, per raggiungere il santuario dove è custodita l’icona della Vergine Bruna.
“Dove ci porta questo pellegrinaggio nella notte – ha detto il vescovo durante l’omelia – quale approdo del nostro cammino? La notte ci porta verso l’aurora, verso Maria che è sole di giustizia”. Questa mattina a Materdomini sono giunte nella piazza vicina alla basilica centinaia e centinai di fedeli in preghiera, provenienti da ogni parte dell’Agro nocerino sarnese, dai paesi vesuviani e dalla valle dell’Irno. Anche la chiesa era piena e ha accolto coloro che non hanno trovato posto in piazza e hanno partecipato alla celebrazione seguendola da un maxi schermo allestito dinanzi all’altare maggiore.
I primi pellegrini sono arrivati al santuario della Materdomini già a partire dalla mezzanotte, in preghiera e illuminati dal fuoco delle torce, portando con se i tradizionali carri mariani e toselli allestiti a devozione della Madonna. Ad accogliere i “pellegrini nella notte”, i volontari del santuario e della protezione civile, insieme ai ragazzi della Gioventù francescana. Una bella e viva testimonianza di una tradizione millenaria che si tramanda di generazione in generazione, vissuta e partecipata in un clima di preghiera e di attesa.