Nuovo affondo di sei consiglieri che chiedono al sindaco di Nocera Inferiore di licenziare gli assessori che avrebbero usufruito del bonus
L’opposizione insiste. Gli assessori si devono dimettere. Nuova linfa alla vicenda, con conseguenti polemiche, che vede protagonisti alcuni componenti della giunta comunale di Nocera Inferiore che avrebbero usufruito della carta solidale dell’Inps riservata ai nuclei familiari con un Isee inferiore ai 15 mila euro. Il bonus una tantum di 382, 50 euro consente l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
I consiglieri Antonio Iannello, Antonio Romano, Pasquale D’Acunzi, Rosa Giordano, Giuseppe Odoroso e Giovanni D’Alessandro hanno chiesto al sindaco Paolo De Maio di licenziare gli assessori “che hanno tradito i valori per i quali ha riposto in loro la sua fiducia, anche a salvaguardia della dignità degli altri componenti della giunta”.
Nei giorni scorsi il sindaco aveva replicato definendo “questa caccia alle streghe di cattivo gusto e lesiva della privacy della nostra squadra di governo” e ricordando che gli assessori sono stati scelti “dal sottoscritto per le loro competenze, capacità ed esperienze”.
I consiglieri di opposizione, invece, ritengono che “è una questione etica e morale, non fiscale o legale”. “La vicenda – hanno ribadito – meriterebbe ben altro approccio da parte di chi ha scelto gli assessori certamente non in base all’Isee. Innanzitutto, non c’è privacy che tenga, essendo amministratori pubblici i redditi dichiarati debbono, per legge, essere pubblicati sul sito del Comune. Inoltre, non si tratta di caccia alle streghe, ma di individuare chi non svolge il proprio ruolo con etica e morale che il ruolo stesso richiede”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario cittadino di Nocera in Azione, Gianfranco Trotta. “La notizia della percezione da parte di assessori e consiglieri comunali di Nocera Inferiore della social card Inps – ha dichiarato – desta perplessità. Da cittadino in primis e da ex assessore e consigliere comunale poi, mi auguro venga fatta presto chiarezza sulla vicenda che, qualora fondata, sarebbe grave ed imbarazzante dal punto di vista morale prima che politico, soprattutto trattandosi di sussidi destinati alle famiglie in difficoltà”.