Il sindaco di Sarno circondato dagli oppositori, “dopo la condanna va rimosso per la legge Severino. Canfora “non riguarda il mio caso”
Dopo Alberico Gambino un altro sindaco è sotto pressione. E’ Giuseppe Canfora, primo cittadino di Sarno al suo secondo mandato. Nelle settimane passate è stato condannato in primo grado per tentata concussione per una vicenda di nomine quando era presidente della Provincia di Salerno. Su di lui pende la mannaia della legge Severino.
La Lega ha dato mandato all’avvocato Alfonso Senatore, esponente dello stesso partito, “di valutare – si legge in una nota firmata da Sebastiano Odierna, capo gruppo e consigliere della Lega per Salvini a Sarno – l’ipotesi di rimozione della carica di sindaco per la condanna alla pena di due anni, pena accessoria, incompatibilità di contrattare per la pubblica amministrazione, oltre al risarcimento dei danni, per il gravissimo reato di tentata concussione continuata”.
Nei giorni scorsi erano stati gli altri partiti di opposizione ad inviare al prefetto di Salerno una richiesta per valutare la posizione di Canfora all’indomani della condanna.
Il sindaco dopo la sentenza aveva ribadito la sua fiducia nella magistratura convinto che in appello tutto sarà ribaltato. Sottolineando, poi, “che la legge Severino, per la vicenda che mi riguarda, in mancanza di una sentenza definitiva, non prevede alcuna sospensione”.
Dalla sua c’è anche un parere del ministero dell’Interno che, richiamando giurisprudenza nella Corte di Cassazione sulla base di sentenze antecedenti alla Legge Severino, la sospensione di cui all’art. 11 al decreto legislativo n.235 2012 non si applicherebbe nell’ipotesi di reato tentato contro la pubblica amministrazione ma solo per i delitti consumati.
“Si tratta – ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli – di un grave vulnus e di una interpretazione distorta della ratio legis in quanto anche la commissione di un reato tentato, soprattutto nel caso gravissimo della concussione, compromette l’imparzialità e la credibilità della funzione amministrativa e della pubblica amministrazione presso cui il soggetto – in questo caso un sindaco – presta servizio”. Per questo motivo Cirielli ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Un’altra interrogazione era stata presentata dal senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone.