Veleni nel sindacato per la presentazione del libro “L’onda” di Argentino e Lucia. Ignorata la famiglia di Galante Oliva, “negata la libertà”
Il libro non è stato ancora presentato ma ha già suscitato un vespaio di polemiche. Si tratta del volume “L’onda. Lotte sindacali nel salernitano dal secondo dopoguerra ai giorni nostri”, scritto da Fernando Argentino e Piero Lucia ed edito da Francesco D’Amato. Il libro, che racconta i principali momenti della storia del movimento sindacale e democratico salernitano, sarà presentato venerdì 20 gennaio nell’aula consiliare di Nocera Inferiore.
A prendere le distanze dall’evento è Alfonso Oliva, figlio di Galante Oliva, storico sindacalista nocerino che, tra l’altro, è anche presente nel racconto dei due autori. Oliva è presidente dell’Istituto Galante Oliva, istituito dalla famiglia del sindacalista dopo la sua morte, non solo per ricordare la figura del sindacalista, ma soprattutto per “promuovere l’attività di studio e di ricerca sui problemi e sulla storia della società contemporanea, anche nei suoi aspetti regionali e locali”, ponendosi come “spazio di incontro libero e aperto”. “Libertà che però è stata tradita in occasione dell’evento nocerino”, rilanciano dall’associazione.
“Nonostante fossimo tra gli enti patrocinanti del libro – ha spiegato Alfonso Oliva – non solo non siamo stati invitati, ma è stato anche cancellato il logo della nostra associazione. Ci è sembrato strano, visto che dovevamo essere anche nell’organizzazione, abbiamo chiesto la motivazione agli autori i quali ci hanno risposto che è stato messo un veto da parte di qualcuno o di qualche organizzazione sulla nostra presenza. Insomma, noi non dobbiamo esserci, nemmeno con un logo. E questo è assurdo. Nel 2023 non si può predicare la libertà e poi non praticarla. È una cosa non è più accettabile”.
Oliva ha già provveduto a chiedere agli autori di non inserire il logo dell’Istituto Galante Oliva in tutte le altre presentazioni previste per il libro. “Sul rapporto personale con gli autori non ci sono commenti da fare, per noi è chiuso ogni rapporto”, ha detto il presidente.
C’è amarezza nelle parole di Oliva, la stessa dell’intera famiglia del sindacalista e politico nocerino. “Siamo di fronte ad un vero e proprio baratto – ha sottolineato Oliva – con il quale è stato troncato un rapporto di amicizia e di affetto che durava da circa 60 anni, prima con mio padre e poi con il resto della famiglia. E poi la delusione che non si riesce ancora a considerarsi liberi da lacci e lacciuoli alla soglia degli 80 anni. Per non parlare della mancanza di dignità di chi ha ricattato e di chi lo è stato e si è nascosto, come purtroppo già è accaduto in passato, probabilmente perché è meglio stare nell’ombra, è meglio non metterci la faccia”.