La città non riesce a superare l’onda mortale di una politica litigiosa e vendicativa. La classe dirigente le ha voltato le spalle. E Pagani è come un naufrago
La situazione politica a Pagani si sta deteriorando di ora in ora. Gli eventi, purtroppo, si susseguono in maniera veloce dando una figurazione plastica di una crisi inarrestabile e preoccupante, soprattutto per i cittadini e per la stessa città.
Pagani sembra galleggiare in un mare in tempesta in attesa di una mano che la tiri fuori dall’acqua. Una situazione drammatica come può essere quella di un naufrago che per ore è in balia del mare, che vive nel terrore di perire e nella speranza di sopravvivere.
La speranza ha una nuova data, le prossime elezioni amministrative, quelle di primavera inoltrata. Un anno fa il naufrago sembrava aver raggiunto la salvezza ma poi la cronaca ci ha portato, sino ad oggi, con un susseguirsi di immagini che faranno la storia: il successo di Alberigo Gambino, le sue lacrime al momento della proclamazione, il primo consiglio comunale in una sala teatrale e il colpo di scena con la cacciata, altro colpo di teatro, dell’ex segretario generale Francesco Carbutti.
Ed ancora, l’avvio della macchina comunale targata Gambino con cambi e qualcuno dirà, purghe, le nomine degli assessori via social, la conferma del vizio nell’elezione del sindaco che non era candidabile per le sue disavventure giudiziarie, l’intervento della magistratura e del tribunale, il nuovo addio di Gambino, l’investitura del nuovo protagonista della “pièce”, Annarosa Sessa.
Poi, la spaccatura della maggioranza con la Lega che va via, i distinguo di Forza Italia. Sino ad arrivare allo scioglimento del consiglio comunale da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la nomina del super manager del municipio Emilio Bonaduce, fedelissimo di Gambino.
Ed infine la drammatica lettera del segretario generale Ivana Perongini che lo stesso Gambino aveva richiamato dopo la sua elezione e che ha dato la stura al duro documento dei consiglieri comunali di opposizione che chiedono, ancora una volta, l’intervento del prefetto, della magistratura anche contabile, per verificare cosa stia succedendo. Se si mettono insieme tutti questi eventi, sembra sia passata un’eternità. In realtà non è passato nemmeno un anno.
E la città è stordita, forse nauseata, qualcuno dice rassegnata. Così come il naufrago che inizia a sentire il freddo dell’acqua penetrare nelle ossa, ad avere il fiato corto, a vedere le onde crescere sino sommergerlo. Forse è arrivato il momento per le forze politiche in campo di abbassare la guardia, ridurre la litigiosità, pensare davvero al bene comune. E’ arrivato il momento che si riveda la classe dirigente della città anche attraverso azioni di alto valore civico. E’ arrivato il momento che i cittadini di Pagani facciano sentire la loro voce. E’ una speranza. Ed un augurio. Intanto, però, incombe una nuova campagna elettorale.