Elezioni a Nocera Inferiore, Antonio Romano, “ristabiliamo la verità”. “Noi la migliore offerta per competenze e idee, non per ambizione”
di Nello Ferrigno
“È arrivato il momento di ristabilire la verità perché sino ad oggi è stata fatta una narrazione becera e strumentale”. Antonio Romano, già sindaco per otto anni di Nocera Inferiore e oggi di nuovo in campo, ha voluto aprire la campagna elettorale raccontando la sua “verità”, ad iniziare dai debiti che avrebbe lasciato in eredità al Comune sino alla vicenda Gori. Davanti ad una numerosa platea, con in prima fila i suoi alleati tra cui i vertici nazionali di Fratelli d’Italia, non ha perso tempo per rintuzzare “bugie che sento da anni”.
“Chi mi ha succeduto – ha sottolineato – ha raccontato di aver trovato le casse comunali prosciugate e si è vantato di aver evitato il dissesto. Non è così perché non c’erano le condizioni per farlo. La verità è che io ho investito, ho trasformato la città, realizzato opere pubbliche, altri hanno soltanto tagliato il nastro, è normale che se fai spendi, e se si vuole crescere bisogna fare investimenti. Ma non hanno raccontato che grazie a questa attività la nostra città è tra le prime della provincia di Salerno ad avere un ricco patrimonio immobiliare”.
Poi la vicenda Gori. “Altra falsità”, ha detto Romano. “Mentre io lottavo con le unghie portando anche in Consiglio di Stato il nostro dissenso ad entrare nell’orbita dell’azienda idrica – ha sottolineato – c’era chi ben pensava di far assumere il figlio in Gori. Tra l’altro, questo dipendente, oggi è candidato nella lista del Partito Democratico, da cui da tempo ho preso le distanze, quasi certamente verrà eletto, quindi nel prossimo consiglio comunale la Gori, che dicono di avversare, siederà nell’assemblea cittadina”.
Le cose fatte e i selfie
“In otto anni – ha ricordato l’avvocato – io e la mia amministrazione abbiamo fatto tanto, opere pubbliche, come il palazzetto dello sport, la cittadella giudiziaria, le sedi delle forze dell’ordine, il percorso della salute, illuminato e pavimentato chilometri di strade, reso la città più bella, attrattiva e sicura. Nelle cose fatte c’è anche il teatro Diana che nei giorni scorsi il sindaco ha definito un teatrino che, però, ha consentito ai suoi assessori di farsi centinaia di selfie”.
“Questa è la mia storia amministrativa – ha poi continuato – mentre chi è al governo della città da dieci anni oggi ci dice cosa vuole fare. Ma non racconta, ad esempio, il perché Nocera Inferiore ha accumulato un ritardo enorme sulla costruzione della rete fognaria rispetto ad altre città. Oppure non è chiaro sul progetto del retroporto a Fosso Imperatore. Inutile dire che mi opporrò con tutte le forze affinché la nostra area industriale non diventi un inutile parcheggio dei container del porto di Salerno”.
Romano ha poi elencato i punti cardine del progetto di “un’altra idea di città”. Ha iniziato dall’ospedale, “a cui bisogna ridare ruolo e importanza, non ricorrendo alle nomine per tessera di partito ma per competenze”; poi il distretto sanitario, “dove i cittadini, nell’era della tecnologia, vengono trattati come bestie, in attesa per ore per un semplice cambio del medico o la scelta del pediatra”. E poi nuove strade “per superare il caos del traffico” e nuovi parcheggi, “da costruire nelle aree di ingresso alla città”, ma anche nuove rampe di accesso all’autostrada “per snellire l’ex Statale 18 e l’intero centro”.
Senza dimenticare la riorganizzazione del corpo di polizia municipale, “chissà perché in pochi anni questa amministrazione ha cambiato tre o quattro comandanti”. Ed ancora il recupero del patrimonio edilizio senza consumare suolo “per ridare slancio al centro storico”, valorizzare “luoghi identitari come la collina del parco, il santuario di Montalbino, la villa comunale dove bisogna abbattere quell’ormai inutile costruzione degli anni 70 e non gli alberi”.
Un municipio “amico”
In un passaggio del suo discorso Romano ha voluto anche sottolineare come il municipio sia diventato “un fortino”. “Anche per una semplice pratica – ha detto raccontando una sua esperienza personale – ti guardano come se fossi il peggiore farabutto. Ho avvertito la percezione di sospetto, mi guardavano come se fossi pronto a commettere chissà quale reato. Bisogna essere, invece, attenti ai bisogni dei cittadini. Il Comune deve essere un amico, i dirigenti devono essere a disposizione dei cittadini, individuando possibili soluzioni ad un problema, farlo alla luce del sole e nel pieno rispetto della legalità ed a fianco dei cittadini più fragili”. Ed ha ricordato la vicenda di Villa dei Fiori e piazza Nassirya “affrontate senza voler aprire un dialogo di confronto”.
“Fare il sindaco – ha concluso Romano – non può essere un’ambizione personale ma ci vogliono le idee, la competenza e l’entusiasmo. Noi, ne sono sicuro, siamo la migliore offerta “.