Il ritardo sui lavori alla scuola Alfonso Palumbo di Casali hanno innescato critiche. La minoranza chiede spiegazioni al sindaco Pagano
I ritardi nei lavori alla scuola Alfonso Palumbo di Casali, sta provocando nuove polemiche a Roccapiemonte. A chiedere spiegazioni al sindaco, Carmine Pagano, i consiglieri comunali di opposizione Giuseppina Polichetti, Luisa Trezza, Giovanni Adinolfi e Giuseppe Ciancio. Secondo i quattro esponenti della minoranza, i lavori, dal 30 maggio, “non sarebbero mai partiti”. Sul ritardo dei lavori, parte dell’opposizione ha chiesto spiegazioni nel corso dell’ultimo consiglio comunale, con il crono programma che fissa febbraio 2025 per la conclusione dell’intervento.
“Si sono lasciati scappare – spiegano nella nota i quattro consiglieri – che il progetto deve subire una variante, ma le varianti non si fanno, normalmente, a lavori iniziati e in corso d’opera? Queste cose accadono solo a Roccapiemonte. Poi si sono lasciati sfuggire che in quel plesso ci sono importantissimi problemi strutturali. E non si sapeva già all’atto del progetto appaltato visto che in quella scuola, nel lontano 2017, dall’amministrazione precedente furono installati dei vetrini di monitoraggio? E vista la criticità ben nota e i pericoli di sicurezza per bambini e maestre, perché l’amministrazione comunale ha preferito appaltare prima i lavori al plesso di scuola dell’infanzia di via Carmine Pagano al capoluogo che non aveva problemi strutturali piuttosto che quelli alla scuola di Casali?”.
“Per giunta alla scuola dell’infanzia di via Pagano – aggiungono Polichetti, Trezza, Adinolfi e Ciancio – i lavori, iniziati l’8 gennaio 2024, costringendo bimbi e maestre ad un trasferimento forzato con arredi e suppellettili, sono ancora in corso ed i piccoli, per il secondo anno consecutivo, sono stati privati dei loro spazi. Tutte domande alle quali non abbiamo ricevuto risposta, se non le solite bugie. La cosa che ci preoccupa è che dopo cinque mesi a Casali sia ancora tutto fermo e i piccoli studenti ormai “sbarcati” presso l’oratorio della chiesa di Santa Maria del Ponte, all’altro capo del paese, in una struttura della Curia, dove il Comune ha speso oltre 30 mila euro di soldi pubblici, nonostante il Comune, a pochi passi dalla scuola chiusa, avesse nella propria disponibilità sia palazzo Marciani sia l’ex asilo di San Potito, già sede di polizia locale. Sarebbe stato più logico investire quelle somme in strutture pubbliche”.
Per l’opposizione si tratta di un “dispendio di soldi e di energie, soprattutto quelle di bambini e famiglie, costrette ad andare ad accompagnare ed a riprendere i bambini, per chi non lo fa con mezzi propri, all’unica fermata effettuata dal servizio di trasporto scolastico garantito dal Comune. Se un tempo – concludono i quattro consiglieri – lo scuolabus prendeva i bambini nei pressi delle loro abitazioni, oggi, visto che il servizio viene garantito da un pullman gran turismo, la fermata è unica, in piazza Polichetti, con enormi disagi, soprattutto quando ci saranno condizioni meteo poco favorevoli”.