Martedì prossimo il sindaco di Nocera Inferiore Torquato presenterà il bilancio di mandato a dieci anni dalla sua elezione
di Nello Ferrigno
“Ho fatto quello che ho potuto. Ma sono orgoglioso di aver sempre perseguito l’interesse pubblico, cosa che mi viene ampiamente riconosciuta. La dimensione pubblica è la più importante per l’essere umano perché, come diceva Aristotele, l’uomo solo o è una bestia oppure è un dio e sino ad oggi non ne ho conosciuti”. Manlio Torquato, 53 anni, sindaco di Nocera Inferiore, dopo dieci anni di guida della città, stila un bilancio del suo lavoro.
Dieci anni dopo
Lo presenterà martedì 26 aprile alle ore 18, 30 nell’aula consiliare del municipio. È il suo secondo discorso sullo stato della città, l’ultimo prima della fine del suo mandato. Il primo risale al novembre del 2012, a pochi mesi dal suo insediamento, quando descrisse com’era la città che aveva trovato. Poi tornerà alla sua famiglia, “ai miei figli che hanno pagato più di tutti questi anni di distanza anche se tra casa mia e il municipio ci sono poche decine di metri”. Al momento non immagina se e quale sarà il suo futuro politico, “il futuro appartiene a Dio non agli uomini”. Ma non lo esclude, pur sottolineando che “l’impegno sociale e civile si può realizzare sotto altre forme”, ma non deve sottostare “alle ambizioni personali”.

Il cristianesimo sociale
Torquato, al momento, non vede una sua allocazione politica, “in giro non vedo il senso di appartenenza”, ma resta fedele al “cristianesimo sociale”, guardando con grande interesse “alla tutela ambientale”, ribadendo che “da sindaco ho fatto molte più cose di sinistra”. L’impegno politico di Torquato è lungo quattro lustri, dieci anni da consiglieri comunale, altrettanti da sindaco con due mandati consecutivi. “La legge fa bene – precisa – a porre un limite. Con esso si esaurisce un ciclo anche se si è costretti a rinunciare ad un bagaglio di conoscenze e preparazione. Il tempo deve trovare, di volta in volta, i suoi uomini”.

La fotografia della città
Alla manifestazione di martedì, “non sarà un comizio”, ha invitato i cittadini, “ma anche i candidati alla mia successione”. Proporrà all’opinione pubblica, documenti alla mano, “la fotografia della città, com’è oggi, senza alcuna vena polemica, ma in maniera descrittiva e oggettiva”. Sono sette i dossier su cui Torquato è al lavoro e che proporrà all’attenzione dei cittadini. “Sono – spiega – le tematiche finanziarie, economiche, urbanistiche, dei lavori pubblici, del personale comunale, del contenzioso e dei servizi sociali”. Pur essendo un discorso di chiusura di mandato, “mi permetterò di prospettare quali possano essere le principali questioni su cui il prossimo sindaco debba impegnarsi nel futuro”, come il Piano della mobilità e del traffico. Oppure le case di Montevescovado “che resta un dossier aperto anche se il Comune ha fatto tutto quello che c’era da fare”.
I conti e l’urbanistica
Torquato guarda alle cose che hanno inciso profondamente nella sua attività amministrativa, “sicuramente quella finanziaria”. “Se va tutto come prospettato – sottolinea – il nostro Comune dovrebbe essere il secondo in Campania a chiudere la procedura di riequilibrio il prossimo gennaio”. Ricorda con orgoglio che “siamo stati la prima amministrazione comunale dal 1976 ad approvare una pianificazione urbana organica”, ma anche ad aver inciso con i concorsi sulla riorganizzazione del personale, “fondamentale per avere una macchina comunale più efficiente, con impiegati più giovani, quasi tutti laureati, dirigenze stabili”.
La pandemia
Poi c’è “l’ambiente con il potenziamento della Multiservizi, l’aumento della raccolta differenziata, il sistema fognario centrale, il Piano del Verde con un saldo positivo di oltre 150 nuovi alberi di medio e alto fusto piantumati. Ma anche i fondi del Pnrr”. “Ma non dimentichiamo – rilancia Torquato – la pandemia, un evento imprevedibile ed eccezionale a cui abbiamo fatto fronte in maniera eccellente anche in perfetta sincronia tra forze di governo e di opposizione”.