Il marchese Carlo Cattapani nel 1910 fondò l’associazione che diede vita alla Nocerina. La storia della sua vita tra duelli e impegno civico
di Marisa Croce
Il primo febbraio 1910, nella piazzetta di via Quartiere (l’attuale piazza Cianciullo), il marchese Carlo Cattapani, circondato dalla migliore gioventù nocerina, fondò l’Associazione Giovanile Nocerina, ebbene sì, quella che diventerà la nostra mitica Nocerina. In realtà non nasce la squadra, ma una associazione culturale che si occuperà di beneficenza, di arte e anche di sport.
Ma chi era Carlo Cattapani? Nacque a Mantova il 7 agosto 1868 da Lorenzo Cattapani, colonnello di fanteria, e da Rosa Malinconico dei marchesi di Cordova, nata a Nocera nel quartiere di Casolla. La sua vita fu davvero avventurosa ed avvincente e lui stesso la racconterà nella biografia “Le avventure del marchese di Cordova”.
Si iscrisse giovanetto alla scuola militare di Caserta e qui conobbe il nipote del re del Montenegro. In seguito, in virtù di questa amicizia, aiutò il Montenegro nella guerra contro la Turchia, ricevendone in cambio una medaglia e il titolo di commendatore. Lasciò poi la scuola militare e si diede proficuamente allo studio delle belle arti. Conobbe una bella ragazza e se ne innamorò ma, in seguito ad un suo tradimento, sfidò e uccise il suo rivale.
Profondamente pentito, pensò di intraprendere la vita monastica ed entrò prima alla Badia di Cava e poi all’università benedettina di San Paolo a Roma. Dopo un po’ capi di non essere tagliato per vivere in un convento e pensò bene di ritornare ad occuparsi di arte. La morte del padre però privò, sia lui che l’intera famiglia, del loro principale mezzo di sostentamento e così il giovane Carlo si dedicò al recupero di una grande eredità familiare sparsa nel mondo.
Per questo si traferì prima a Parigi, poi a Londra, e, nell’aprile del 1901, a New York dove insegnò Storia dell’Arte Antica e dei Costumi presso l’Accademia americana di arti drammatiche. Nel 1903 sposò la canadese Henriette Gardner, dalla quale non ebbe figli. Tornato a Nocera in un periodo di grande fervore umano, culturale ed economico, raccolse intorno a sé la migliore borghesia nocerina (non dimentichiamo che Nocera era in pieno boom economico ed industriale con industrie tessili ed alimentari, caserme e di scuole.
Fondò l’associazione giovanile pensando di darle un intento sportivo e benefico. Mentre soggiornava a Nocera Inferiore, infatti, gli fu data la medaglia d’oro al merito civile da parte della città di Cetara per l’aiuto mostrato in occasione dell’alluvione che aveva colpito il comune della Costiera Amalfitana il 24 ottobre 1910.
Morì a New York il 1º luglio del 1925 per le complicazioni di una polmonite. Traslato in Italia per una cifra enorme per l’epoca, fu sepolto nel cimitero di Nocera grazie ad una sorella, nonna del tenente Enrico Calenda, medaglia d’oro al valor militare. Purtroppo, con certezza non si sa bene, se in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale o a causa del disastroso terremoto dell’80, la tomba e le sue ossa sono andate disperse.